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Paper Trading – episodio 8

Penso che questa sarà la puntata più importante della serie, ma non la capirete. O almeno, se la spiegassi al mio me stesso di 5 anni fa, non la capirei. E lo posso capire perché nella contemplazione delle cose, qualunque cosa, ci sono situazioni, aspettative, casualità che tendono a deformare il quadro del momento. Solo quello successivo che si ottiene con l’esperienza diventa chiaro.

Quante volte si dice, se tornassi indietro. Certo se tornassi indietro ma con il bagaglio di esperienze e conoscenze attuali!

Quindi come avevo anticipato oggi spieghiamo la proporzionalità, ma non si riuscirebbe a capire senza uno scopo. Anzi un metodo.

Come chiunque altro si rimane sempre abbagliati da concetti estremi, nel nostro caso i gain di questa o quella criptovaluta. Tipo oggi ha fatto il +100%, o il +1000%. Il pensiero successivo, o se vogliamo qualcuno più malizioso lo dice pure apertamente, se compravi stamattina avevi decuplicato il capitale.

La mia risposta a queste affermazioni è “grazie al cazzo”. Con il senno di poi son tutti bravi. Quelle cifre esistono, sono reali, ma se le becchi dall’inizio alla fine, si chiama fortuna. La realtà è che correre dietro a queste chimere non porta da nessuna parte, può capitare di beccarle ma poi nella produttività si “cavalca” solo un pezzo di quella salita. Nel momento reale non sappiamo quando si verifica l’apice.

Il metodo disciplinare che presento si chiama 1%, perché l’un percento al giorno deve essere il nostro target. Ed è un target basso, volutamente. Tuttavia allo stesso tempo non è facile, perché il trading è disseminato da trappole psicologiche.

Una moneta che fluttua meno dell’1% è davvero difficile da trovare, per cui il “parco giochi” è quanto mai sterminato. Il casino è che quando entriamo noi, poi dobbiamo realizzarlo quel guadagno. Quindi il parco giochi si riduce in modo consistente a seconda delle giornate.

Una volta piazzato l’ordine quindi dobbiamo avere oltre il livello di prezzo dello stop loss anche dove potrebbe essere il take profit 1%. Una volta che avrete fatto un po’ di esperienza vedrete che quel target è facilmente superabile. Qui si innesca una trappola psicologica, certo dovremo lasciar correre il prezzo, ma allo stesso tempo essere veloci a chiudere se questo torna indietro, fosse anche (con il senno di poi) un solo stupido rimbalzo. E’ un errore che commetto ancora oggi, supero il target, aspetto perché magari la candela verde è reattiva, spinge con forza verso l’alto. Poi in pochi decimi di secondo si ribalta tutto. “Deve essere un rimbalzo“. Maledetta vocina… rimbalzo un par de balle, sta per lanciarsi di sotto come Bruce Willis in Die Hard.

E se fossimo ligi?

Facciamo un po’ di calcoli della serva. Partiamo per facilità matematica con 1000$ di capitale. Va da se che 10$ equivale all’1% giornaliero. Il primo mese abbiamo realizzato 300$ di guadagno. Al terzo mese dovremo essere a 900. Diciamo che complice qualche trade più fortunello dovremo essere arrivati a 2000$ di capitale accumulato. Ottimo, ora il target a 1% diventa 20$. A 4000$ c’è il vero game changer, perché i 1000$ si fanno entro il mese e la velocità di guadagno aumenta, mentre il nostro 1% di fatto rimane fermo.

In sostanza dopo i 4000$ ci stiamo auto-finanziando una leva, senza i rischi connessi di quest’ultima. Questa è la parte bella, quella brutta è che l’aumento di capitale permette di accelerare anche le potenziali perdite.

Cioè se il prezzo va contro, a 1000$ una perdita del 5% sono 50$, ma a 5000 sono 250$. Dal punto di vista matematico abbiamo perso 5 giorni di trade in entrambi i casi, da quello psicologico potremo essere portati a fare cazzate nel secondo caso per recuperare.

A questo punto possiamo introdurre la proporzionalità. Perché le candele giapponesi sono molto funzionali nella rappresentazione dei prezzi, ma spesso sono ingannevoli nelle proporzioni. Facciamo un esempio visivo che si capisce meglio.

Ho incollato due grafici e messi vicini. A sinistra abbiamo delle candele molto corte, a destra più distese. Eppure se andiamo a misurare la loro ampiezza scopriamo che la fluttuazione è stata di quasi il 4% nel primo caso. Nel secondo, pur prendendo una candela verde graficamente appagante, non si arriva all’1%.

Quindi quando guardiamo un grafico dobbiamo essere sicuri, prima di entrare con un acquisto, di avere le proporzioni a nostro favore, in modo di riuscire ad ottenere o persino superare il metodo 1%.

In Tradingview c’è lo strumento righello, che si può attuare anche premendo Control + click sul grafico e cominciare a misurare. In alternativa se non siete delle schiappe con i calcoli come me, potrete guardare la scala dei prezzi sulla destra e fare a mente la proporzione.

So già che non avrete capito una mazza di quello che ho scritto, spero solo di non averlo esposto da cani, ma se avete la perseveranza di tenere duro un giorno vi sarà molto più chiaro.

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