Ho provato per quattro mesi, in modalità simulation, Octobot. Un crypto bot scritto in linguaggio Python, con una gradevole interfaccia e per quanto concerne installazione e utilizzo, discretamente semplici.
Un po’ come impone il progresso e la moda del momento, l’opzione migliore è utilizzare Docker, un particolare sistema di sviluppo che crea una sorta di macchina virtuale. Tuttavia, di recente Octobot ha lanciato un servizio che permette di usufruire, chiaramente a pagamento, di una installazione in cloud che sgrava i meno edotti del settore di questa incombenza. Da quello che sono riuscito a capire non ci sono differenze operative tra la versione “on premise” (cioè che ci installiamo in un nostro server) e quella offerta come servizio. In futuro non sarà così perché dovrebbe essere introdotta la funzione “copy trading” che dovrebbe essere possibile solo nella versione cloud.
Per quanto riguarda Docker, l’installazione si conclude con un comando. Se avete Portainer per Docker potete usare anche il docker-compose.yml allegato al progetto stesso. Una volta attivato il server è disponibile una interfaccia web piuttosto curata nella grafica. Dico subito che questo è positivo da un lato, ma parecchio negativo dall’altro, ma avremo modo di arrivarci.
Il Bot in sé è piuttosto ricco di funzionalità, oltre a quelle di un “robot” in senso stretto, offre integrazioni ad esempio con le strategie di TradingView, e persino la possibilità di utilizzare ChatGPT.
Restando al Bot permette di fare Backtesting e simulated trading. Ci sono svariati exchange, anche se ho provato solo Binance, il quale può lavorare sia in mercato Spot che Futures.
Cominciamo a partire con le note dolenti, le coppie devono essere esplicitate, e sono (ma questo è piuttosto logico) ingabbiate per tipologia di accumulo, ovvero coin “xy” versus USDT oppure BUSD o BTC. A mio avviso il problema è appunto il contingentamento delle coppie, ovvero anche se scegliamo una sola coin di accumulo, ad esempio USDT, in questa dobbiamo indicare preventivamente le coin da utilizzare. E non è tanto una questione di aggiungerle, infatti andando a modificare un particolare file .json si possono automaticamente inserirle, quanto di utilizzo delle risorse. Perché più se ne aggiungono, più il sistema va in carico e sopra un certo numero sale in modo esponenziale con il rischio di mandare in crash il container Docker.
Venendo a patti con quanto sopra, ovvero scegliendo un numero congruo di coppie, dobbiamo pensare alla strategia.
E qui arriva il secondo punto dolente. Come detto all’inizio di questo articolo, è probabile che l’interfaccia grafica in qualche modo limiti proprio lo sviluppo delle strategie. Che qui vengono chiamate “tentacles”. Ve ne sono svariate, già pre caricate nel sistema, visibile nella sezione “Tentacle Manager”. Ad aggiungere un po’ di confusione, i moduli di collegamento con TradingView o Telegram, in realtà sono “tentacles” anch’essi, quindi li vedremo nella lista.
Dovrebbero esserci strategie di terzi, in realtà io non ne ho trovate, e non a caso. Il sistema di controllo, essendo esclusivamente attraverso interfaccia grafica è piuttosto articolo e di difficile comprensione.
La strategia è raggiungibile dentro il “Profile” dove possiamo attivare una o più “Trading Modes”. All’interno di queste ci sono le strategies, in realtà ne ho viste due. All’interno di queste si possono aggiungere gli indicatori od oscillatori, con piccole possibilità di modificare qualche parametro.
Purtroppo, l’interfaccia tende a creare confusione, infatti mi sono trovato spesso a tornare indietro tra le strategie ed indicatori, perché i tasti rimandano da una parte all’altra in modo poco chiaro. Al termine va fatto ripartire il bot per utilizzare i parametri salvati, ma questo lo considero normale amministrazione.
Dovrebbe esistere, o quanto meno ne ho visto traccia su Github, del Trailing Stop Loss, salvo che sull’interfaccia è introvabile. In realtà è poco chiara proprio la strategia di entrata e uscita, e le uniche indicazioni che ho trovato sono insoddisfacenti.
Nell’utilizzo in modalità simulazione ho provato ad effettuare piccole modifiche migliorando un po’ l’efficienza del bot. Con un capitale virtuale di mille euro, al quarto mese aveva un attivo di poco meno di 24 euro.
Un rendimento positivo nel saldo, ma insoddisfacente nel risultato atteso. Più in generale a lasciarmi perplesso sono state le entrate in trade, i parametri da utilizzare sono pochi, ed anche incrociando uno o due indicatori ed un oscillatore, gran parte del tempo la posizione era in negativo. Segno che il più delle volte entrava nei pressi di una resistenza o un supporto, con il prezzo che vi gravitava attorno senza concludere nulla per giorni.
Oltre a questo l’input di uscita è sempre stato modesto, specie calcolando che questa dovesse essere una operatività intraday, il profit gravitava intorno all’uno percento.
Oltre a Github esiste un canale Discord abbastanza frequentato, se non altro nelle sezioni principali. Non esiste la lingua italiana, o traccia di una community italiana.
Come citato sopra, la parte che mi lascia più perplesso in assoluto è la mancanza di una community attiva nelle strategie. L’impatto generale è che sono ingabbiate, esiste una documentazione in tal senso, ma tutta la logica è un po’ troppo articolata a causa dell’interfaccia.
Forse è voluto, forse no. Nel momento in cui scrivo non a caso è presente la voce “community” all’interno del Bot, che però non è attiva. Probabilmente è propedeutica alla versione “Copy Trading”. Da quando seguo il progetto la parte Cloud è piuttosto evidente, ed è chiaro che il progetto tenda ad andare verso quella direzione, ovvero la vendita di un servizio come può essere oggi un TradeSanta o CyptoHopper.
Nel complesso il sistema è anche semplice nel suo utilizzo, ma allo stesso tempo fortemente “ingabbiato” proprio per restare fedeli ad un sistema “facile”. Potrebbe andare bene per un neofita che non mastica l’informatica, allo stesso tempo però ho più di qualche dubbio sull’investimento temporale di qualcosa che rischia di avere limiti importanti proprio come Bot.
Questa prova in realtà è la terza, perché avevo provato in modo saltuario, sul docker del mio laptop, cosa che non poteva essere probante visto che quest’ultimo va in standby. Quindi ho voluto fare un test serio con una installazione docker in un server vero. Il giudizio come si può intuire non è positivo, ma nemmeno tombale. Mi riservo di effettuare un’altra prova tra un anno o due.