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Teoria di Charles Dow

E’ il padre dell’analisi tecnica. Charles H. Dow (foto in alto a sinistra) assieme a Edward Jones (foto in alto a destra) fondarono il Wall Street Journal nel luglio del 1889 diventando punto di riferimento del mondo finanziario globale, tanto da essere poi nominati nel famoso Indice Dow Jones che regola la borsa Newyorkese. Curiosamente Dow non fece mai una teoria poiché lui era solito scrivere degli articoli come giornalista. Solo nel 1932, ovvero 30 anni dopo la sua scomparsa, vennero collezionati e rielaborati da Robert Rhea nel libro “Dow Theory” i sei principi dell’analisi tecnica:

Primo principo. Il mercato è formato da tre tendenze (trend):

Trend primario (primary/major trend) che riflette l’andamento e le evoluzioni del mercato. Ha solitamente durata annuale (linea blu immagine sottostante).

Teoria di Dow, trend primario

Trend secondario o intermedio, (intermediate trend) rappresenta le correzioni del trend primario e può durare da uno a tre mesi (linea arancio).

Teoria di Dow, trend intermedio

Trend minore (short trend), dura meno di un mese e rappresenta le fluttuazioni che nascono e muoiono in questo periodo (linea nera).

Teoria di Dow, trend breve

Secondo principio, le Fasi. Come si evince dalle immagini qui sopra oltre alle tendenze ci sono tre fasi distinte (frecce blu):

  1. Fase di accumulo derivati da investitori informati, solitamente dopo l’esaurimento di un trend ribassista. E’ una fase di solito contrassegnata da un mercato indeciso dove il prezzo rimbalza su un “canale” ristretto. Si dice anche fase di lateralizzazione, perché il prezzo tende appunto a non avere una una linea inclinata ma piuttosto orizzontale.
  2. Fase intermedia che prevede la partecipazione del pubblico (trend follower). I trader prendono posizione, i prezzi salgono con decisione.
  3. Fase di distribuzione, cioè tutti investono, momento di euforia del mercato. Entrano anche i piccoli investitori e c’è una fase di picco, a volte esponenziale. In questa fase gli investitori più accorti, generalmente quelli dell’accumulo, cominciano a chiudere le posizioni e realizzando il profitto (distribuzione appunto).

Terzo principio. Il mercato sconta tutte le notizie: i prezzi incorporano e riflettono velocemente tutte le informazioni che le riguardano sia nei grafici che nei vari indicatori di media che vedremo più avanti.

Quarto principio, non completamente valido nel mercato delle cripto valute. Le medie del mercato devono confermarsi a vicenda: occorre che il trend di un settore sia confermato anche dall’andamento dei settori a lui collegati. Questo principio nasce per il mercato immobiliare o delle materie prime. Nel nostro caso possiamo traslarlo nella moneta di riferimento. Ad esempio Etherum nei confronti di Bitcoin, se Bitcoin sale dovrebbe “tirarsi” dietro anche lo stesso Ethereum.

Quinto principio. Le tendenze devono essere confermate dal volume: il volume in genere segue i prezzi, però se l’andamento è caratterizzato anche da forti volumi, allora è veritiero. Nelle immagini sopra stanti mancano i volumi. E’ buona norma infatti aggregare al grafico dei prezzi quello dei volumi. Essi sono infatti indice di interesse da parte degli investitori, sia nella vendita che nell’acquisto, e servono a confermare molti altri indicatori. Se il trend è rialzista i volumi devono essere sostenuti nelle fase di rialzo, e cedere leggermente nei ritracciamenti (vedi principio successivo). Nel trend ribassista ovviamente si dovrà verificare la situazione inversa.

Sesto principio. Le tendenze esistono fino a che dei segnali definitivi dimostrano che sono terminate: brevi periodi di movimenti in controtendenza non costituiscono inversione di rotta del mercato salvo un persistere degli stessi. Durante un trend ci saranno degli eventi che in gergo vengono chiamati ritracciamenti. Cioè il prezzo sale, ma poi torna indietro per salire in modo deciso.

Come si evidenzia dalla riga rossa il prezzo in realtà, nonostante la momentanea discesa, di fatto è salito ben oltre il primo picco. Questo conferma che il Trend è ancora nella sua fase rialzista. L’inversione del trend invece si ha quando questo da rialzista diventa ribassista. E’ il caso della cima dei grafici del trend, dove nella seconda parte si assiste ad una chiara discesa. In futuro vedremo come attraverso gli indicatori sarà possibile capire in quale trend ci troviamo e come capire quando avviene l’inversione. In linea generale selezionando un timeframe (cioè una modalità di visualizzazione) di tipo giornaliero, se non settimanale, avremo una visione dell’andamento attuale.

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